Buona Causa
Orario Santa Messa
Festivo: ore 07.30 - 10.30 - 17.30
Personaggi
Il Papa
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Alla diletta comunità di Depressa
A te, diletta Depressa, che mi hai dato i natali e che mi hai visto nascere all’Episcopato mi rivolgo per porgerti il mio affettuoso e cordiale saluto. Sorge irresistibile in me il bisogno di dirti grazie perché dalle tue zolle e dalle tue radici ho assorbito i genuini sapori della vita, i valori umani e cristiani che da sempre hanno caratterizzato il tuo patrimonio. Grazie perché hai conservato in me il desiderio delle cose semplici, il fascino della terra bagnata dal sudore dei contadini. Grazie perché mi hai fatto assaporare la fragranza del pane frutto del lavoro duro e poco redditizio; perché mi hai fatto sentire il calore dei contatti umani, immediati, veri. Terra benedetta, dove l’indifferenza è una realtà lontana e l’anonimato non ti appartiene; terra dei volti prima ancora che dei nomi e cognomi! Per te mi viene da ripetere le parole che il profeta Isaia rivolgeva al popolo di Israele in un momento di giubilo:
"Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma tu sarai chiamata Mio compiacimento, e la tua terra, Sposata, perché il Signore si compiacerà dite e la sua terra avrà uno sposo" (Is 62, 4).
Grazie a voi tutti, carissimi compaesani, piccoli e grandi, partecipi e fieri di questo grande evento che si è compiuto attraverso la mia persona. Grazie di quello che avete rappresentato per me e di quanto insieme, nel nome del Signore, abbiamo compiuto.
A te, Depressa, senza rendere angusto lo spazio per Molfetta, resterà legato il mio cuore. Il ricordo dite mi aiuterà ad amare di più e a curare meglio il nuovo campo di lavoro, dove il Signore mi ha mandato, per raccogliere ciò che altri hanno seminato e per seminare ciò che altri raccoglieranno. La preghiera per voi, carissimi compaesani, dilaterà maggiormente il mio cuore, per amare di più i nuovi figli e figlie che il Signore ha affidato alle mie premure pastorali. La ricca esperienza di fede e di umanità che mi avete permesso di fare durante tutti questi anni, si riverserà a beneficio di tanti vostri fratelli e sorelle che presto incontrerò.
Con la festa nel cuore oso dirti: custodisci il patrimonio di fede e di operosità che ti è stato consegnato dai nostri padri e dalle nostre madri e non lasciarti piegare o abbattere dai venti tempestosi e dalle nubi oscure che potrebbero addensarsi sulle tue case. Tieni salde le radici e guarda avanti da dove ti verrà la luce, mentre auspico per te giorni di pace, di prosperità e di benessere, La Vergine Immacolata, i Santi medici Cosma e Damiano, 5. Antonio continuino a
guidarvi e a vegliare sulle vostre famiglie e sulla vita di ciascuno. Ancora una volta, cara Depressa, ti dico: ti voglio bene!
Vi abbraccio tutti e vi benedico Vostro
don Gino Vescovo
Festa SS Medici 2014
SALUTO
La festa dei Santi Medici rivive ogni anno in noi rappresentando un momento importante per la comunità. In orno ai Santi Compatroni si trovano per rinnovare quel genuino sentimento di devozione popolare e fede autentica che da tempo caratterizza questa ricorrenza, portando un clima di amore e di pace.
In quei giorni non c'è persona che non penda dai Simulacri dei Santi ed eleva preghiere ed intercessioni a Dio, chiedendo conforto e aiuto ai nostri Santi.
L'anima attesa
L'anima attesa di Winspeare
Al Bif&st il film dedicato a don Tonino Bello, l’ex vescovo di Molfetta in attesa di beatificazione. Il regista: “Nel mondo del cinema credere non va di moda”
Don Tonino Bello, che fu vescovo di Molfetta oggi in attesa di beatificazione, è morto venti anni fa. La sua fama però, in Puglia e non solo, non si è mai appannata e il suo insegnamento continua a essere seguito come fosse ancora presente tra i fedeli. Merito di un approccio diretto con le persone e di una predicazione che si rifaceva direttamente alla parola di Cristo trasmessa dai Vangeli. A questa figura spirituale e al contempo molto terrena si è ispirato Edoardo Winspeare per realizzare un mediometraggio di 40', L'anima attesa, presentato in anteprima assoluta al Bif&st. Incentrato sull'eredità spirituale lasciata da don Bello, il film evita ogni deriva banalmente agiografica per concentrarsi sul percorso del protagonista, un imprenditore quarantenne schiacciato dalla crisi e quindi sull'orlo di perdere tutto. Prima che il mondo gli cada addosso, ormai senza speranze di salvare l'azienda, accetta l'invito della sorella a raggiungerlo nel Salento per un week end in famiglia.
Processione dei “Serpari”, la più pagana dei riti cristiani.
Il primo di maggio a Cocullo, nell’aquilano, si festeggia San Domenico e, come per altre usanze in cui il rito pagano si intreccia con la devozione cristiana, così accade anche in questa occasione, in cui la devozione per San Domenico, protettore dal morso dei serpenti, si intreccia con il rito arcaico dei “serpari”, manipolatori dei serpenti, nel suggestivo quanto unico Rito dei Serpari.
Per la festa la statua del santo viene portata in processione, addobbata con serpentelli aggrovigliati, innocui e particolarmente conosciuti sui monti attorno al paese, tra questi Saettoni, Cervoni, biacchi e Biscie. I cosidetti serpari raccolgono proprio nei monti attorno al paese questi serpenti nella stagione fredda, durante il loro letargo. Prima della processione sono questi uomini a mostrare i serpenti ai visitatori, permettendo loro di toccarli e maneggiarli, mentre si intonano canti popolari per le vie del paesino.
Dopo la santa messa, in tarda mattinata, la statua del santo viene ricoperta dai serpenti e la processione ha inizio. Il corteo si allunga per le strette vie di Cucullo trasmettendo agli astanti immagini suggestive ed emozionanti. Una giornata diversa che riconcilia gli animi con la natura, rasserena i cuori con le suggestioni che offre un piccolo borgo di montagna incontaminato, conduce alla condivisione nella devozione impastata al folclore.
Giustizia forte coi deboli
Simpaticissima Elena Paba, 33 anni, laureata in Storia dell'arte, che chiede al nostro presidente della Repubblica Ciampi, in visita a Berlino, chiarificazioni sulla polemica italiana rispetto ai processi congelati, ai "Lodi" e ai fatti che stanno accadendo nel Tribunale di Milano.
Il nostro presidente, anche se preso in contropiede, ha risposto, come al solito, bene. Però, non solo a Elena, ma anche a me, italiano, questi fatti sconcertano,
e se penso poi alle pantomime sorte in seguito alla proposte di indulto per i carcerati meno "venerabili", rimango turbato.
Penso a tanti ragazzi che stanno marcendo in galera per problemi vari e che potrebbero trovare vie più efficaci e dignitose per scontare parte delle loro pene. La proposta Pisapia-Buemi prevedeva lo sconto, una tantum, di tre anni per i detenuti che avessero scontato almeno un quarto della condanna. Con questa proposta avremmo portato il numero dei carcerati più vicino alla ipotetica ricettività delle galere italiane.